Lanciata subito dopo il mio approdo ufficiale su “MusicOff“, la rubrica “Italian B-Sides” è nata dalla voglia di accendere i riflettori sulla buona musica italiana, nello specifico quella da molti definitiva “indipendente” e che spesso e volentieri viene snobbata dalle radio nazionali, così come dai principali canali televisivi. Mezzi, questi, che se sfruttati sapientemente potrebbe risollevare le sorti di un’industria, quella italiana, oggi allo sbando completo. Un’industria mai coerente nelle scelte e mai sensibile nei riguardi di chi invece ha sempre cercato di intraprendere percorsi musicali onesti, senza però essere compreso ed assecondato a dovere.
Ancora oggi uffici stampa ed etichette discografiche mi spediscono una serie incredibile di grandi album realizzati magari da progetti sconosciuti alla massa eppure estremamente validi. Mi riferisco a gruppi che magari sono in attività da decenni e che nonostante una grande qualità sono inspiegabilmente poco considerati da chi fa informazione per importanti realtà radiotelevisive.
Con “Italian B-Sides” non si è fatto altro che consigliare ai numerosi utenti di “MusicOff”, ma anche ai lettori casuali, alcune discrete produzioni che sarebbe stato un grosso peccato lasciarsi sfuggire.
Pezzi
Il blog di Alessandro Basile