C’è chi abbina la propria estate a dischi e brani ricolmi di ritmo, solarità, spensieratezza. In passato è stato così anche per me, non lo nego. Poi ovviamente cambiano abitudini e punti di vista sulla musica, e così, almeno per il sottoscritto, nel periodo estivo la tendenza diventa quella di ricercare album più soft, più essenziali, forse anche più introspettivi: dischi in grado di rilassare e di suggerire quiete, ecco. Devo dire che in tal senso il buon Iron & Wine, specialmente quello acustico e bucolico dei primi album, mi soddisfa alla grande. Qualche mese fa (maggio se non erro) ho acquistato il suo splendido disco del 2004 intitolato “Our Endless Numbered Days”, un cd che desideravo da tempo ma a cui per anni ho dovuto rinunciare per semplici ragioni economiche (purtroppo gli album di questo artista texano non solo si trovano raramente nei negozi di dischi, ma costano anche parecchio).
Da quando ha preso posto nella libreria di casa, “Our Endless Numbered Days” accompagna tanti pomeriggi e tante serate. Trovo sia un disco fantastico perché contiene delle canzoni sublimi, per la maggior parte struggenti e cariche di delicatezza, quella peculiarità che Sam Beam (questo il suo vero nome) riesce puntualmente a includere con saggezza tanto nelle musiche quanto nei testi. Oltre a pezzi incantevoli come Nakes As We Came, Sunset Soon Forgotten, Each Coming Night e Fever Dream, “Our Endless Numbered Days” (titolo già meraviglioso di per sé) non manca di palesare anche episodi più ritmati attraverso sprazzi di delizioso blues, dando così modo all’autore di mettere in rilievo quelle che sono le sue radici meno note. Davvero un lavoro magnifico, così poetico da trasportare chi ascolta su certe praterie del sud degli Stati Uniti, lì dove ci si perde con facilità a fissare il cielo. Per me è il disco dell’estate di questo 2015. Colonna sonora ideale per tramonti silenziosi e nottate di buoni propositi.
Alessandro
Leave a Reply