“Il mercante di luce” di Roberto Vecchioni

Ho iniziato a leggere i libri scritti in passato da Roberto Vecchioni solo di recente, diciamo da un anno a questa parte. A dire il vero non ho letto ancora tutto, ma un paio di testi pubblicati dal grande artista lombardo, per me un punto di riferimento a livello musicale e autoriale, mi hanno particolarmente emozionato: “Il mercante di luce” e “Lezioni di volo e atterraggio”.
Se il secondo, dato alle stampe nel 2020, è riuscito anche a farmi sorridere, con quei racconti favolosi di magiche lezioni date ai propri alunni ai tempi dell’insegnamento al liceo, “Il mercante di luce”, che è di fatto un romanzo, mi ha commosso come pochi. La storia raccontata, quella di un ragazzo segnato da una terribile malattia degenerativa che non gli lascerà scampo, è incredibilmente struggente, e fa riflettere tantissimo.
In questo caso, Vecchioni incanta il lettore con uno stile unico, contraddistinto da una scrittura molto efficace e diretta, a tratti cruda, nonché fluida, scorrevole (con un po’ d’impegno, il libro si può leggere anche in un paio di giorni). Tuttavia, l’amore che viene fuori dalle pagine de “Il mercante di luce” è potentissimo. L’autore tratta la rapida e inesorabile fine del protagonista con una profondità e una delicatezza esemplari.
È, “Il mercante di luce”, un testo che scuote, che fa riconsiderare tante cose, tanti aspetti che, spesso e volentieri, tendiamo a ignorare in un presente dannatamente frenetico. La dolcezza che si sprigiona dai commoventi dialoghi tra padre e figlio è tanto magnifica che risulta difficile farla comprendere.
Come molti, credo, leggendo questo libro mi sono chiesto come mi comporterei se fossi Marco (questo il nome del protagonista), oppure Stefano, suo padre. Un testo simile fa comprendere quanto siamo fortunati, quanto certe dinamiche delle nostre vite possano cambiare da un momento all’altro, finendo col farci ritrovare d’un in situazione complesse, di quelle che generano grande sofferenza.
Ritengo che non sia stata data la giusta attenzione a “Il mercante di luce”, autentico gioiello di cui, al momento dell’uscita, non si parlò forse a dovere. E fu un peccato, perché tante persone dovrebbero sapere dell’esistenza di questo libro. Mi auguro che, per qualche stranissimo fenomeno, un domani un’opera simile riesca a ottenere la popolarità che le spetterebbe. Sarebbe un miracolo, però il cosiddetto “passaparola” può funzionare anche in un secondo momento.

 Alessandro

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