Proprio qualche settimana fa, vagando per il centro di Roma, ho acquistato in un negozio di dischi (Welcome to the Jungle) l’album “Stay” dei Simply Red, pubblicato dalla celebre band inglese nel marzo del 2007. Da molto tempo ero alla ricerca di quel lavoro lì, di cui al momento dell’uscita ascoltai alcuni degli undici pezzi in scaletta che, come si può immaginare, mi piacquero parecchio.
Il brano che più di altri, all’epoca, attirò la mia attenzione verso un progetto discografico a cui forse la stampa non ha mai riservato il giusto spazio, fu So Not Over You, scelto come singolo apripista della raccolta, ideale seguito di “Home” del 2003. Si tratta di un pezzo capace di emozionarmi tanto ancora oggi, per quanto siano passati ben quattordici anni dal suo lancio.
Ritengo So Not Over You una delle tracce più belle e ispirate mai realizzate dai Simply Red, un gruppo che di pezzi fantastici ne ha incisi assai. Per quello che è il mio punto di vista, parliamo di un brano scritto con estrema sapienza dagli autori coinvolti nella lavorazione. Inoltre, aspetto senz’altro determinante per la sua ottima riuscita, si avvale di un arrangiamento e di una produzione esemplari.
Al di là del testo, indubbiamente efficace e profondo, la canzone riesce a colpire chi l’ascolta attraverso la sua semplice struttura e il suo gradevole crescendo, che tocca l’apice quando irrompe il ritornello davvero notevole. Intrigante, poi, il suo sound dolce e raffinato, curato a livelli incredibili, decisamente contemporaneo.
Ricordo inoltre che, quando nei primi mesi del 2007 venne lanciata in radio e in tv, So Not Over You mi folgorò attraverso le splendide immagini del videoclip ufficiale confezionato per permetterle di farsi strada anche tramite il piccolo schermo. Rivedendolo, credo che il lavoro effettuato sia piuttosto coerente con quello che è il significato del testo. È di grande impatto.
Per me il 2007 fu un anno importantissimo per quel che riguarda la musica, e forse l’ho già scritto in passato da queste parti. Fu nel corso di quell’anno che crebbe la mia tendenza ad informarmi continuamente riguardo le pubblicazioni discografiche del momento. Di pomeriggio, rientrato da scuola e in attesa di andare agli allenamenti di calcio, accendevo spesso la radio o la televisione perché, fondamentalmente, avevo la necessità di essere aggiornato circa i nuovi dischi in uscita. Quell’atteggiamento, quella costanza, mi fecero comprendere come, forse, sarebbe stato il caso di lanciarsi nel mondo del giornalismo musicale: in quel modo, avrei intrapreso una professione capace di darmi sempre entusiasmo e stimoli.
Grazie alla sua intensità, So Not Over You mi faceva sempre venire i brividi, quasi mi commuoveva. Ecco perché confidavo in tanti suoi passaggi. Risentendola, riesco quasi a ricordare gli odori, le sensazioni e i pensieri che provavo al tempo. Un tempo certamente bello, felice, eccitante. Ero un ragazzino, con diciannove anni da compiere e tante esperienze e cambiamenti imminenti davanti.
Alessandro
Leave a Reply