Questo blog esiste da oltre quattro anni eppure, nonostante decine e decine di post, non ho mai parlato nel dettaglio di uno dei musicisti e compositori in attività che più stimo: Justin Vernon. Per chi non lo conoscesse, si tratta del fondatore del progetto Bon Iver. Molti credono si chiami proprio così, in realtà Bon Iver è una band. O meglio, Vernon la intende in questo modo. E in effetti sono tanti i musicisti di cui si circonda in studio e sul palco questo talentuoso, imprevedibile, profondo autore nato nel Wisconsin nel 1981.
Ora che ci penso, anni fa scrissi qualche riga sul disco “For Emma, Forever Ago” uscito nell’ormai lontano 2007. Inutile dire quanto quell’album mi abbia colpito. Lo sento spesso ancora oggi perché ci trovo dentro un’intensità, un’ispirazione non indifferente. Il bello è che i due lp successivi rilasciati da Vernon e soci sono altrettanto sensazionali. Non so dire se siano più belli o meno. Di certo sono dei gioielli, esempio di grande sensibilità musicale nonché sonora. Diciamo che sono diversi.
Qui in Italia il nome Bon Iver è riuscito a circolare nel tempo. Mai troppo, questo è sicuro. Ed è un peccato perché tante, ma proprio tante persone avrebbero bisogno di sentire musica del genere. Tutto ciò consentirebbe di rimettere in discussione un po’ di cose, luoghi comuni abbastanza irritanti. Un esempio? Questa convinzione generale che in campo discografico il livello si sia abbassato. Il che non è affatto vero. Chi insinua ciò è completamente fuori strada. Esistono ancora grandi songwriter, all’estero come in Italia. Vernon lo conferma ampiamente. Per come canta, per come scrive, per come suona, per come compone, per come arrangia, per come produce, per come costruisce gli spettacoli. Per come incanta le platee.
Alessandro
Leave a Reply