Settembre non è un mese facile. Almeno non per me, così innamorato dell’estate, del caldo, del sole, delle giornate lunghe e delle spiagge affollate. Fortunatamente la musica mi permette di ritrovare il giusto entusiasmo, quell’energia mentale necessaria per riprendere confidenza con la routine. Sono alcuni giorni che ascolto con frequenza Glen Hansard, artista conosciuto neanche troppi anni fa. Di lui e dei suoi svariati progetti ho sempre sentito parlare, ma ho cominciato ad approfondire soltanto nel 2012, quando fu rilasciato il suo primo album solista dopo una vita passata ad incidere dischi con The Frames e The Swell Season.
Nel giro di cinque anni il buon Glen ha rilasciato due cd eccellenti: “Rhythm and Repose”, pubblicato per l’appunto nel giugno del 2012, e poi “Didn’t He Ramble”, fuori a settembre 2015. Ancora oggi fatico a stabilire quale sia il migliore. Preferenze a parte, quello che apprezzo di più è la sua capacità innata di scrivere pezzi ispirati e, soprattutto, belli. Non credo sia secondario questo aspetto. Perché? In primis non è una passeggiata trovare stimoli dopo decenni di carriera già ricchi di lp, inoltre è davvero raro riuscire a sentire pezzi scritti, prodotti, suonati e interpretati con amore. Posso garantire che in tal senso Hansard ha una marcia in più.
Mi commuovo nel sentire una traccia come Winning Streak, singolo apripista scelto per promuovere “Didn’t He Ramble”. I brividi salgono già quando parte l’arpeggio iniziale e l’emozione è forte sia nel contemplare le strofe che l’inciso liberatorio. Ora cito questo pezzo, forse uno dei migliori diffusi dalle radio di tutto il mondo nel 2015, ma la cosa incredibile è che nel repertorio di Mr. Hansard la bellezza è una costante e di capolavori ce ne sono un’infinità.
Alessandro
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