La radio, che magia. Difficile spiegare ciò che si prova quando ci si trova a parlare davanti a un microfono all’interno di uno studio. Anche la radio, come il giornalismo, è un qualcosa che crea dipendenza, e chi la fa da anni sa benissimo di cosa parlo. Non ci si stanca mai di trasmettere. Quando parte la sigla di chiusura della puntata appena condotta non si avverte stanchezza, ma un’indescrivibile sensazione di benessere. La radio, in fin dei conti, è terapeutica. E fosse per me, mi metterei a condurre tutti i giorni.
Almeno sino ad oggi, non ho mai fatto giornalismo radiofonico, nel senso che non ho mai condotto gr, e non mai preparato servizi di cronaca piuttosto che di politica o di sport. Diciamo che finora ho più interpretato il ruolo del dj, del conduttore, dando priorità all’intrattenimento e al passaggio dei dischi, senza comunque mancare di fare informazione annunciando l’uscita di una produzione oppure fornendo ai radioascoltatori le date della tournée di un gruppo musicale. L’ho fatto sia a Radio Onda Rossa con “Apostasia” che presso Antenna Suono con “Retrospettive“, un programma che spero di poter di nuovo riprendere a breve visto che mi sono divertito un mondo a proporlo.
Mi manca tanto la radio, e infatti conto di poter ripartire al più presto. Le idee ci sono, è il tempo per svilupparle e concretizzarle che manca.
Pezzi
Il blog di Alessandro Basile