I Sonic Youth

Un suono ruvido, aspro, tremendamente sensuale. Decine e decine di canzoni strepitose incise nel tempo, una serie di album formidabili. I Sonic Youth sono quel gruppo rock a cui è difficilissimo resistere. Diciamo che non si possono non amare se si segue un minimo tutto quel filone di indie ed alternative che già negli anni Ottanta cominciava a svilupparsi. Negli anni in cui facevo radio negli studi di San Lorenzo di Onda Rossa, i Sonic Youth venivano selezionati con grande frequenza. Pablo e Diego, i due ragazzi che conducevano con me il programma “Apostasia”, possedevano molti loro vinili. Ed era una goduria mettere su qualcuna delle loro favolose cavalcate, lunghi brani carichi di distorsioni, con riff e progressioni chitarristiche capaci di avvolgerti e di appagarti. Canzoni uniche, perfette per attraversare la notte.
È logico che gli ultimi dischi di Thurston Moore e Kim Gordon non sono stati epici e irresistibili (nonostante non sia da sottovalutare l’ottimo “Rather Ripped”), però quello che il progetto americano ha saputo fare da “Confusion Is Sex” a “Washing Machine” è letteralmente esemplare. Davvero nulla da dire. C’è solo da togliersi il cappello dinanzi a tanta meraviglia. Un gruppo fantastico che ammirerò per sempre.

Alessandro

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