Il calcio giocato

Quella che oggi è un’infinita distesa verde, bella solo in apparenza perché in fondo abbandonata e sporca, anni fa era un’area capace di contenere ben due campi di calcio a undici in terra battuta. Campi belli, grandi, dove allenarsi e giocare era quasi un onore. Non so esattamente a quando risalga la chiusura definitiva della scuola calcio del Monte Mario, fatto sta che tornare nel posto dove sei cresciuto e notare ogni volta il degrado più totale fa davvero male.
Al Monte Mario ho trascorso un periodo fantastico sotto l’aspetto sportivo. Quattro stagioni indimenticabili, centinaia di partite tra amichevoli, campionati e tornei estivi. Arrivato lì nel 1999, cominciando dagli esordienti, rimasi fino all’estate del 2003, trovandomi in pratica costretto ad andare via perché la grossa crisi che colpì la società portò i dirigenti a fare delle scelte discutibili che a noi atleti non piacquero. Non ci interessava una sorta di “fusione” con l’Ottavia Calcio. Così i tesserati dei “giovanissimi” di allora, tra cui il sottoscritto, decisero di cambiare aria. Io optai per il Primavalle, rimanendovi fino al 2007, quando decisi poi di smettere con il pallone per dedicarmi all’università e al lavoro (arrivai a giocare fino in Prima Categoria).
Lasciare il Monte Mario non fu semplice. L’affetto nei confronti del luogo era davvero forte. Amavo quel complesso così grande e tutto lo staff tecnico che ne faceva parte. Purtroppo non c’erano altre soluzioni, e non a caso di lì a poco la situazione precipitò del tutto con la chiusura completa del posto. Un dispiacere enorme, soprattutto per come poi sono andate a finire le cose. Oggi in quell’area non c’è più nulla. Non ci sono più porte, panchine. Solo sterpaglie, rifiuti. Gli spogliatoi appaiono totalmente distrutti. Davvero una desolazione vedere tutto ciò.
Sembra che a breve dovrebbero partire dei lavori con l’obiettivo di riqualificare la zona. Pare che in futuro sorgerà un nuovo complesso dedicato allo sport. Me lo auguro di cuore, perché non sfruttare certi spazi è un peccato. Spero solo che vengano fatte le cose per bene e che alla base di tutto ci sia un progetto concreto, non la solita trovata dell’ultimo momento destinata a rivelarsi fallimentare dopo poco tempo.

Alessandro

No Comments Yet.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *