Ieri mattina ero alla Casa del Cinema di Roma, dove è stata allestita la camera ardente per dare un ultimo saluto al grande Ettore Scola. Nell’aria c’era un’inevitabile sensazione di vuoto, smarrimento, dolore. Impossibile del resto non commuoversi. La scomparsa di un artista del genere pesa tanto. E oltre al genio, al fuoriclasse, va via soprattutto una persona deliziosa, dolce, elegante, sensibile.
Tutti hanno sempre parlato benissimo di Ettore Scola, uno che, come ammesso da Enrico Vanzina, ha insegnato a tutti quanto sia fondamentale la scrittura per la buona resa di un film. Per lui ogni film era come un figlio, non lasciava nulla al caso. Seguiva con assoluta attenzione ogni singolo step, ogni fase della creazione.
Un artigiano della pellicola. Ancora un gigante che va via. La settimana scorsa il grande Franco Citti, ora lui. E altri personaggi unici non ci sono più da un pezzo. Gassman, Sordi, Manfredi, Mastroianni, Fellini, Rosi.
Un immenso dispiacere. Ciao Ettore.
Alessandro
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