Il Teatro degli Orrori, vero esempio di rock band

Il mese scorso sono andato a vedere il concerto de Il Teatro degli Orrori all’Atlantico di Roma. Un appuntamento al quale non avrei mai potuto rinunciare, considerando la mia stima immensa per un progetto simile e soprattutto tenendo conto del loro lunghissimo periodo di pausa, durato quasi dieci anni.
Saperli di nuovo insieme per un tour nei club italiani mi ha fatto gioire e non poco. La soddisfazione è poi aumentata a dismisura contemplando come, dal vivo, la loro energia sia tuttora concreta e tangibile. In più, cosa da non sottovalutare affatto, sembra che questi quattro ragazzotti abbiano ancora voglia di continuare a suonare insieme, al punto tale da non escludere ulteriori sorprese in futuro (già annunciate nel frattempo un po’ di date per l’estate).
Al di là dei loro progetti in cantiere, penso che una band del genere sia un qualcosa di formidabile nel contesto rock italiano. Negli anni il nostro Paese ha visto nascere e decollare tante formazioni sublimi, eppure Il Teatro degli Orrori ha dimostrato fin da subito, fin dalla sua fondazione, di avere qualcosa di davvero speciale.
Per loro parlano i quattro splendidi album rilasciati tra il 2007 e il 2015, opere magnifiche in grado di rappresentare al meglio la loro natura, quella di un gruppo dedito a sviluppare una musica roboante, molto legata all’alternative americano della fine del secolo scorso, esaltata dalla voce e dal carisma di un frontman unico quale Pierpaolo Capovilla.
La genialità di un artista simile è di certo il valore aggiunto: il sound massiccio garantito dalla sezione ritmica e dalle chitarre infuocate di Gionata Mirai viene arricchito in maniera fantastica dagli spunti e dalle intuizioni di cantante a dir poco sorprendente, abile a passare da momenti di parlato ad altri invece più melodici.
Insomma, da una parte la musica tagliente e corrosiva, quindi dannatamente rock, dall’altra un livello enorme di validità artistica in termini di interpretazione vocale e di testi, altro elemento rispetto al quale Il Teatro degli Orrori appare avere una marcia in più.
“Dell’impero delle tenebre” e “A sangue freddo” restano due album impressionanti per potenza e intensità, ma mi sento di dire che anche i successivi “Il mondo nuovo” e “Il Teatro degli Orrori” non sono affatto da meno. Scrittura sontuosa e ispirata, chitarre formidabili, groove possente: tanta grandezza veicolata al meglio attraverso una maturità e una saggezza piuttosto invidiabili.
Bisogna andare fieri di una formazione musicale simile. Quello che Il Teatro degli Orrori è riuscito a fare sino ad oggi è a dir poco magnifico. Se poi un domani verrà sfornato altro materiale inedito, tanto di guadagnato.
Per il momento vale decisamente la pena andare a riascoltare quanto di buono e coerente hanno prodotto in passato. Una bella consolazione alla luce della spazzatura che continua a essere diffusa dalle radio italiane.

Alessandro

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