“Fuga di mezzanotte” (“Midnight Express”) di Alan Parker, uscito ben quarantacinque anni fa, è un film che ho visto tante volte e in vari momenti della mia vita. La prima volta ero davvero piccolo, e non saprei stimare un’età: sicuramente non avevo nemmeno dieci anni, ma ricordo di averne visto una parte a casa, forse perché trasmesso da qualche canale televisivo.
Poi, molti anni dopo, mi capitò di rivederlo a casa di amici, in una delle tante sere passate nella cameretta di un mio compagno di classe ai tempi del liceo. Fu un’esperienza indubbiamente molto forte, perché in quell’occasione ebbi modo di rivedere con maggiore attenzione, concentrazione e consapevolezza una pellicola contraddistinta da grande tensione.
Pur non avendoci mai ragionato più di tanto, devo ammettere che “Fuga di mezzanotte” è uno di quei film che, per la storia raccontata e per il modo in cui è stato girato e montato, mi ha letteralmente destabilizzato, o quantomeno segnato. Non parliamo di un film horror o comunque intriso di scene oggettivamente pesanti, eppure resta un’opera particolare, intensa, piena di disperazione e di pathos, di violenza e di follia.
Il clima cupo e angosciante si percepisce già all’inizio, quando il protagonista, interpretato divinamente dal grande e compianto Brad Davis, si aggira nervoso in aeroporto, consapevole di essere sul punto di finire in un guaio bello grosso. Tutta la fase del film ambientata in carcere provoca molta ansia, e questo si verifica per i personaggi assurdi rinchiusi nelle varie celle e anche per le situazioni critiche che tendono a crearsi.
Sono tante le scene da brividi del film che mi tornano in mente, come l’angosciante incontro tra Billy e la compagna Susan dopo l’arresto del primo, con lui che si masturba davanti a lei piangendo per il fatto di non poterla toccare, oppure la terribile lite tra lo stesso Billy e un detenuto, a cui viene strappata la lingua. Momenti davvero duri, e costruiti con una saggezza incredibile da Parker, all’epoca piuttosto giovane ma dotato di impressionanti qualità registiche.
Impossibile non riconoscere il fatto che “Fuga di mezzanotte” sia un autentico capolavoro. Secondo me è un film trascinante dall’inizio alla fine, senza cali di alcun tipo e con un finale che lascia a bocca aperta. Magistrale, ecco.
Alessandro
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