Non c’è niente da fare. Per quanto da anni ascolti un numero spropositato di cantautori, italiani e stranieri, del passato o in attività, ciclicamente torno a chiudermi nel vero senso della parola sul repertorio magnifico di James Taylor, una sorta di divinità per il sottoscritto che è cresciuto con i suoi lavori sontuosi, specialmente quelli confezionati nel corso degli anni Settanta.
Sarà la sua voce, sarà la sua scrittura, sarà il sound dei suoi pezzi, saranno le melodie da lui sviluppate nel tempo. Fatto sta che quando metto su un suo disco mi sciolgo: gli occhi cominciano a inumidirsi, la testa inizia battere, il battito cardiaco prende ad accelerare, il groppo in gola si palesa in men che non si dica. Un amore smisurato quello che provo per lui. Ovviamente emozioni simili le avverto anche sentendo brani di Eric Clapton, di Neil Young, dei Beatles, di Lucio Battisti, di Fabrizio De André, di Claudio Baglioni, di Francesco De Gregori. Però, ecco, con Mr. Taylor si innesca un meccanismo folle, atipico, unico.
Credo ciò sia dovuto non solo alla bellezza innegabile dei suoi componimenti, ricolmi di profondità e dolcezza, ma al fatto che risentendo alcune sue tracce la memoria mi riporti all’infanzia, alla fase della vita spensierata, al periodo in cui la musica di questo signore qui cominciava a raggiungermi e, di conseguenza, a travolgermi, cucendosi sulla mia pelle.
Walking Man, capolavoro del 1974, incluso nell’album omonimo, rientra in quelle canzoni destinate a far lacrimare, o comunque a far commuovere. Ancora oggi, nel 2021, in un momento storico di indubbia tristezza e apatia per ciò che sta accadendo in ogni angolo del pianeta, l’ascolto dei primi e soffici accordi di chitarra mi stordisce.
Poi entra la sua voce incantevole, seguita dall’ingresso graduale di altri strumenti che vanno a dare ulteriori colori a un componimento delizioso. È tutto incredibilmente perfetto all’interno del pezzo, a partire dagli archi mozzafiato per arrivare ai fraseggi di chitarra elettrica. Sentendolo finisco per mettermi le mani tra i capelli: davvero estasiato dal suo candore, dalla sua purezza.
È una canzone che trasmette passione, brividi. Illumina e scalda perché è piena di luce e calore: ne ha così tanta, di luce, che finisce quasi per abbagliare. Tutto l’album “Walking Man” è strepitoso e ispirato, ma per aprirlo degnamente non poteva essere scelto un brano migliore.
Praticamente senza parole di fronte a tutta questa meraviglia che fa venire in mente un’immensa distesa verde e assolata da percorrere senza fermarsi mai.
Alessandro
Leave a Reply