La bellezza (Roberto Vecchioni)

Mi viene sempre da sorridere quando penso di aver conosciuto La bellezza di Roberto Vecchioni attraverso una pubblicità. Ebbene sì, perchè forse qualcuno ricorderà il suo utilizzo per accompagnare uno spot della San Carlo, nello specifico una qualità di patatine in busta, realizzato nei primi anni del nuovo millennio. Cose dell’altro mondo, lo so. Assurdo accostare una poesia così struggente a delle immagini video di certo curate ma comunque sempre legate a un prodotto industriale, consumato da milioni di persone nei contesti più diversi.
Tutto sommato credo sia stato un bene sentire in età adolescenziale una traccia simile. Indubbiamente l’impatto con La bellezza sarebbe potuto avvenire un modo più romantico, ma averla sentita intorno ai quindici anni, tra un cartone animato e un telefilm di Mediaset, è stato a suo modo importante. Quelle poche note di pianoforte, quei due, tre versi al massimo sussurati dal cantautore lombardo con una profondità impressionante ebbero la capacità di rapirmi, di riconsiderare la musica, specialmente quella italiana. Quell’accenno di canzone mi conquistò talmente tanto da indurmi a mettermi alla ricerca per poterlo sentire integralmente.
All’epoca YouTube non esisteva. Si poteva scaricare la musica, anche se servivano una buona connessione e un programma adeguato. A casa mia non c’era nemmeno il pc, dunque per fare in modo di ascoltare dall’inizio alla fine quella traccia, inclusa nel disco “Il lanciatore di coltelli” pubblicato nel 2002, non mi restava che confidare in un passaggio radiofonico. Un’utopia, perché La bellezza non aveva i requisiti adeguati per essere trasmessa dalle stazioni più commerciali, tantomeno da quelle alternative.
Era ed è un grande esempio di canzone d’autore, contraddistinta da un arrangiamento tanto elegante quanto essenziale. Per questo non sarebbe mai capitato di sentirla girando in macchina con i miei genitori o stando in casa il pomeriggio con lo stereo acceso. Essendo a corto di soldi, e perciò non in grado di recarmi in un negozio di dischi per prendere l’album che la conteneva, dovetti aspettare proprio l’avvento di YouTube per poterla contemplare a più riprese in tutto il suo splendore.
Si può dire che una volta tanto la tecnologia mi fu di aiuto. “Il lanciatore di coltelli” non l’ho più comprato, anche se conto un domani di procurarmelo. Dunque, ancora oggi, quasi fosse un gesto obsoleto nell’epoca in cui si sceglie di comprimere la musica in delle applicazioni per smartphone, per sentire La bellezza mi collego a Internet dal computer fisso e la ascolto con le casse attraverso questo video caricato nel 2007.
Per me si tratta di un componimento sensazionale, qualcosa di meraviglioso, tanto perfetto da non sembrare vero. Tutto è sublime in quei tre minuti e mezzo di pura magia. La musica toglie il fiato, la melodia è fantastica, così come fantastiche sono l’esecuzione canora di Vecchioni e quel testo magnifico. Solo qualche anno fa, navigando in rete, ho scoperto come a ispirare questo pezzo fu “La morte a Venezia”, racconto firmato da Thomas Mann. La storia è straordinaria e altrettanto straordinaria è stata la capacità dell’artista classe 1943 di condensarne l’intreccio, concepito oltre un secolo fa, in un capolavoro simile, fatto di dolcezza e verità.

Alessandro

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