La notizia legata alla pubblicazione di un romanzo firmato da Ivano Fossati, diramata all’inizio del 2014, non mi lasciò affatto indifferente. Del resto, si sa, lui è uno degli artisti italiani a cui sono maggiormente affezionato e di cui continuo ancora oggi a sentire i tanti, magnifici album rilasciati dall’inizio degli anni Settanta al 2011, quando di fatto terminò ufficialmente la sua carriera discografica (quella segnata dal continuo susseguirsi di realizzazione di dischi e di tour) con l’uscita dell’ultimo disco d’inediti intitolato “Decadancing”. Insomma, se in precedenza lo stile narrativo messo in musica da Fossati non mi aveva mai deluso, era facile immaginarsi un risultato degno di nota anche in occasione di un libro vero e proprio, non un saggio, un’autobiografia o una raccolta di brevi racconti.
Ebbene, “Tretrecinque” rispettò ampiamente le buone sensazioni avvertite alla vigilia del suo arrivo nei negozi. Lo ritengo uno dei miei romanzi preferiti e, onestamente, il giudizio molto positivo nei suoi riguardi non è influenzato dall’ammirazione sconfinata del sottoscritto per l’autore: la stima nei confronti di Fossati mi incentivò senza dubbio a procurarmi il libro, ma la lettura si rivelò rapida e appassionata in virtù di una scrittura gradevole e di una storia tanto affascinante quanto strutturata con sapienza. Da tempo, quando si crea l’opportunità, invito amici e colleghi a leggere “Tretrecinque”. Lo faccio perché credo che possa trasmettere forti emozioni grazie alle immagini così nitide e potenti che, procedendo con la lettura, si fanno spazio nella mente.
In questo romanzo, Fossati accende i riflettori su un musicista del Nord Italia che, dopo una prima fase della propria vita trascorsa soprattutto in provincia, riesce attraverso la propria caparbietà a fare della musica un lavoro, lasciando il Bel Paese per approdare non solo in Inghilterra ma anche negli Stati Uniti. Nel mezzo, come si può facilemente intuire, tante e diverse esperienze, sentimentali e non solo. Che ci sia qualità nel libro lo si percepisce fin dalle prime righe: il cantautore genovese riesce ben presto a catturare l’attenzione di chi legge tramite un’eleganza e un’efficacia sorprendenti. Davvero una grande opera. Spero vivamente che, un domani, Fossati ritenti l’esperimento.
Alessandro
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