Ho letto con immenso piacere “Faccio la mia cosa”, la prima autobiografia di Frankie hi-nrg mc uscita a fine aprile. Se già in partenza ero certo della validità del progetto in questione, a forza di sfogliarlo mi sono immerso con sempre maggiore partecipazione nel racconto sviluppato con estrema chiarezza dal rapper italiano che tanto stimo.
L’aspetto più interessante del testo è che il buon Frankie non si limita a parlare di sé: le tappe principali del proprio vissuto vanno di pari passo con la storia italiana, con quella mondiale e con quella dell’hip hop stesso, il genere prediletto dal “nostro” che ne rievoca i momenti clou fornendo spiegazioni impeccabili e comprensibili per chiunque.
Lo ammetto, ci sono dei passaggi nel volume che riescono ad emozionare fortemente. Splendida la descrizione del rapporto di Frankie con i genitori, persone estremamente dolci e sensibili sempre pronte a sostenerlo nelle scelte, ma anche nel fargli aprire gli occhi, nel dargli particolari indicazioni di cui lui poi ha fatto tesoro. Dal ricordo del terribile terremoto in Campania quando lui risiedeva a Caserta al periodo degli studi universitari insieme al padre (ebbene sì, il grande Giovanni Di Gesù si iscrisse con lui a Economia e Commercio nel 1988), dalla scoperta dei primi complessi musicali intenzionati a cimentarsi nell’hip hop fino alla notte in cui vennero giù i versi iniziali di Fight the Faida: va da sé che in questo caso mi senta di consigliare vivamente l’acquisto di un libro simile.
Tanti momenti della mia vita sono strettamente collegati alle canzoni di Frankie. La conoscenza di Quelli che benpensano fu quasi un punto di non ritorno, mentre pezzi quali Chiedi chiedi, Rap lamento, Rivoluzione e Pedala mi hanno fatto comprendere la sua abilità nel saper miscelare con astuzia grandi groove, suoni pregevoli e testi lucidissimi.
Uno dei tanti motivi che mi porta ad adorare tale artista è rappresentato dal fatto che lui abbia sempre scelto di ripresentarsi sulle scene quando era il momento giusto, senza rispettare i tristi vincoli del mercato. Appena cinque album di inediti incisi dal 1993 ad oggi: credo che alla luce della iperproduzione discografica tipica del nostro Paese, questo aspetto sia significativo, emblematico. Non aggiungo altro, se non che il percorso artistico di Frankie sia qualcosa di meravigliosamente coerente.
Alessandro
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