Marco Parente

Quelle volte in cui mi capita di mettere su un disco di Marco Parente ripeto tra me e me sempre la stessa cosa: «Come è possibile!?». Come può un autore del suo calibro essere praticamente sconosciuto ai più? Come mai le sue splendide canzoni non sono mai state selezionate dai network di rilievo, radio o televisione che fossero? Probabilmente la bellezza non fa per il mainstream. Forse chi è ai vertici della radiofonia, così come della discografia, ne sa poco di musica, o peggio ancora ha la presunzione di stabilire per tempo cosa “funzionerà” e cosa no. Mi viene tanta rabbia, davvero. Sono circa dieci anni che seguo il settore musicale da vicino e anche se da una parte mi sono rassegnato al fatto che talento e successo non vanno di pari passo, continuo a rammaricarmi quando vengo a conoscenza di autori sublimi come Parente non ricompensati a dovere in termini di notorietà.
Qui a Roma ci sono un’infinità di gruppi e cantautori di razza che nonostante la pubblicazione di album incantevoli non hanno potuto contare sul giusto seguito. Devo dire che pure a livello nazionale la situazione non è migliore. Lo stesso Parente è un po’ un emblema. Nel 1997 ha intrapreso una carriera solista di autentico spessore, costellata da dischi e progetti eccellenti. “Eppur non basta” è stato apprezzato dalla critica, idem quanto seguito dopo. Tuttavia scrivere grandi canzoni e assicurarsi collaborazioni produttive non garantisce risultati all’altezza. Quei numeri attraverso cui riesci poi a dedicarti alla musica a tempo pieno, evitando di doverla mettere da parte per fare altro. Marco Parente non ha avuto il privilegio di fare un percorso del genere. Lo dimostra il drastico rallentamento della sua produzione, arricchita in ogni caso da lp sfornati insieme ad altri colleghi (si pensi a Paolo Benvegnù con Proiettili Buoni e Alessandro Fiori con Betti Barsantini).
Mi dispiace molto che solo pochissime persone abbiano potuto sentire raccolte d’inediti magnifiche come “Testa, dì cuore”, “Trasparente” o il più recente “La riproduzione dei fiori” (uno dei migliori lavori in assoluto del 2011). Magari un domani tutto cambierà e Parente potrà contare su una fetta di ascoltatori maggiore rispetto a quella odierna. Posso solo augurarmelo. Intanto, nel mio piccolo, dalle pagine di questo minuscolo e innocuo blog, consiglio con tutto me stesso a chi legge di sentirsi qualche pezzo di un artista del genere. Giusto per comprenderne l’enorme bravura. Tutto qui.

Alessandro

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