Bonnie “Prince” Billy, autentica leggenda

Ascolto davvero tanti songwriter americani. Tra quelli in attività, mi dimentico spesso di Will Oldham, aka Bonnie “Prince” Billy. Indubbiamente questo grande artista non gode del blasone di altri colleghi anche più giovani. Ciò non toglie che si tratti di un signor compositore, di un professionista vero e proprio. Dall’inizio della carriera ad oggi, Bonnie “Prince” Billy ha messo in fila una serie incredibile di dischi favolosi. Prima come Palace Brothers, poi come Oldham, quindi come Billy: progetti e nomi diversi, ma sempre la stessa grande concretezza.
Di lui amo sicuramente la voce. Ha un timbro estremamente affascinante, perfetto per il genere musicale da sviluppato (un folk pronto ad elettrificarsi e a mescolarsi con altre correnti sonore) e per le musiche da lui composte. Con estrema perizia Bonnie “Prince” Billy riesce a dar vita non solo a dei pezzi, ma anche degli album impeccabili perché profondi e ricchi di poesia. Potrei scrivere un’infinità di righe su capolavori come “Lie Down In The Light”, piuttosto che su “Master And Everyone”, “The Letting Go” o “Singer’s Grave A Sea Of Tongues”, l’ultimo cd rilasciato in ordine di tempo e risalente al 2014. Non credo serva tutto questo. Molti giornalisti ben più preparati del sottoscritto hanno analizzato ed elogiato a dovere le magnifiche produzioni del musicista classe ’70 e originario del Kentucky.
Mi limito soltanto a consigliarlo vivamente a chi non ne ha mai sentito parlare e si ritrova per caso da queste parti. Giusto un’osservazione: scegliete qualsiasi disco per iniziare, ogni opera sarà quella adeguata per farsi un’idea precisa. Giù il cappello di fronte all’immenso Bonnie “Prince” Billy.

Alessandro

No Comments Yet.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *