La morte di Leonard Cohen

Tutto mi aspettavo in questo finale di 2016 tranne che apprendere di un’altra pesante scomparsa. Se penso al mondo della musica, l’anno che va a chiudersi si è rivelato alquanto assurdo. Le morti di Bowie e Prince sono stati autentici macigni, quella di Gianmaria Testa mi ha provato incredibilmente e devo dire che ancora oggi fatica ad abituarmi all’idea. Ora dovrò realizzare sul serio che su questa terra non c’è e non ci sarà più Leonard Cohen. Il suo addio così imprevisto mi lascia del tutto sbigottito. Apprenderlo dalle testate online navigando in rete è stato terribile.
Se ne va un eccellente scrittore di canzoni, uno che ha ispirato tanti geni ben più giovani di lui. Penso che Cohen abbia dato vita ad una carriera incredibile. I suoi primi lavori sono esempi perfetti di impeccabile songwriting, dove spicca l’uso sapiente della parola, ma dove non può essere messa in secondo piano la musica. Cohen la musica l’ha sempre tenuta in grande considerazione, nel senso che tanto nella composizione quanto negli arrangiamenti c’è stato da parte sua un puntuale lavoro certosino. E questo è avvenuto sia nelle produzioni più minimaliste, sia in quegli episodi dove certe correnti sonore del tempo non potevano essere estromesse del tutto, ma finivano per influenzare lo stile.
Davvero rammaricato per questo ennesimo addio. Mai avrei immaginato di questi tempi la morte di Leonard Cohen.

Alessandro

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