Sembra sia uscito ieri, eppure è da più di sette anni che “Per amor del cielo” di Bobo Rondelli si trova nei negozi. Era la primavera del 2009, lo ricordo bene. In quello stesso periodo tra l’altro veniva rilasciato uno degli album di musica italiana a cui sono più legato in assoluto: “Solo un uomo” di Niccolò Fabi (in futuro dedicherò un post apposito a quell’incantevole lavoro di “Nicc”). Rondelli tornava sulle scene con un disco di canzoni originali dopo un lungo silenzio, considerando che il precedente “Disperati, intellettuali, ubriaconi”, realizzato con Stefano Bollati, fu pubblicato addirittura nel 2002.
Ad occuparsi della produzione ecco uno dei musicisti e degli autori italiani più forti in circolazione: Filippo Gatti. Da una parte la sorprendente ispirazione del cantante toscano, dall’altra la lungimiranza, l’esperienza, la sensibilità del songwriter romano. Ne viene fuori un cd magnifico, dove alla base ci sono delle canzoni pazzesche (Viaggio d’autunno, Per amor del cielo, Madame Sitrì, La marmellata, la ripescata Licantropi e Niente più di questo l’amore).
La bellezza di “Per amor del cielo” sta soprattutto nel modo in cui i pezzi, in larga parte lenti e profondi, sono stati arrangiati. Il taglio acustico e minimale, con qualche sprazzo di eccellente elettricità, rende praticamente sensazionale il lavoro. Credo sia un disco d’altri tempi, almeno nello stile, nelle atmosfere e nell’idea. Nove componimenti, musiche avvolgenti e luminose, un equilibrio inaspettato, un linguaggio elegante e una breve durata complessiva.
Prima ancora di acquistarlo, “Per amor del cielo” me lo feci prestare dal caro compagno universitario Valerio Fratini, grande fan del buon Rondelli. In realtà l’album era fuori già da due anni, perché era il 2011 e io stavo per prendere la laurea triennale in Letteratura Musica e Spettacolo. Ricordo che nelle due o tre settimane in cui il cd rimase a casa mia non ascoltai praticamente altro. Davvero una folgorazione. “Per amor del cielo” è un gioiello, una di quelle produzioni che devi sentire dall’inizio alla fine senza interruzioni. Come fosse un’unica traccia. Coerente e omogeneo in tutto. Meraviglia infinita.
Alessandro
Leave a Reply