Nel 2003 i Marlene Kuntz pubblicavano un album profondo ed elegante: “Senza peso”, registrato a Berlino. Dopo A fior di pelle scelsero Notte come singolo promozionale. Un pezzo lento, dalla durata superiore ai cinque minuti, per di più accompagnato da un videoclip messo a disposizione dei canali tv musicali del tempo. Sembra una vita fa. Più che altro ci si rende conto di quanto diverso fosse il modo di promuovere la musica. E diversa era anche la selezione dei pezzi in rotazione nei palinsesti. Perché un gruppo non propriamente pop aveva addirittura una chance di essere passato in un televisione, magari su un canale gettonatissimo quale Mtv.
Oggi tutto questo non solo è impensabile, è semplicemente impossibile. Io onestamente rimpiango quegli anni lì per la musica. Mi manca la grande e soprattutto variegata offerta da parte di quei canali che oggi non ci sono, almeno sul digitale terrestre. Nel 2003 si poteva conoscere un pezzo nuovo dei Marlene stando davanti al televisore con i libri di scuola sotto il naso. Quel poco di musica che oggi raggiunge lo schermo non è neanche minimamente vicino ad un mondo che eviterei di definire “indie” o “alternative”, ma che mi sembra giusto differente dal pop per il linguaggio e i suoni adoperati.
I Marlene di “Senza peso” non li rimpiango per due motivi: perché quell’album posso risentirlo in qualsiasi momento e perché, nonostante le critiche ricevute negli ultimi anni (si prendano i giudizi su “Uno” del 2007), ancora oggi svolgono il loro mestiere di musicisti con umiltà ed entusiasmo, piazzando lavori di qualità. Probabilmente un pezzo come Notte non gli viene più, ma che senso avrebbe continuare a incidere sempre la stessa canzone?
Alessandro
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