C’è voluto davvero poco ad innamorarsi dei Karate e della loro musica. Quel sound morbido, affascinante. Quelle chitarre elettriche favolose, quei riff da far girare la testa. E poi il cantato del grande Geoff Farina. Impossibile resistere.
Non finirò mai di ringraziare l’amico Lorenzo Desirò per il preziosissimo consiglio. Era il 2010 e in una serata settembrina, parlando di gruppi rock, venne fuori il loro nome. «Ascoltali Alessa’», mi disse lui. Mi fidai in pieno, seguii il suo consiglio sincero. Canzoni incredibili, un disco più bello dell’altro. “The Bed Is In The Ocean”, “Unsolved”, “Some Boots”: lavori di una qualità superiore.
Davvero tanta roba e da lì in poi non li ho più persi di vista. Spiace davvero che il progetto abbia dovuto fermarsi. Tuttavia, nel sua pur breve storia, la capacità di lasciare il segno con una musica ricca di gusto, raffinatezza, intelligenza, sensibilità. Un gruppo davvero fantastico. I Karate, da Boston. Dal nome non si direbbe.
Alessandro
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