Ricordo ancora la prima volta che ascoltai Paranoid Android dei Radiohead. Era un pomeriggio autunnale del 1997 e facendo zapping con il telecomando vidi in tv il videoclip del brano. Una folgorazione. Avevo solo nove anni, ma rimasi impressionato dalla bellezza della canzone e dalla sua complessità. Quell'arpeggio di acustica, quelle melodie incantevoli disegnate da Thom Yorke, quelle chitarre elettriche dietro l'angolo e pronte a sbucare per aumentare il pathos, quel testo così enigmatico: sei minuti e mezzo di ...
Pezzi
Il blog di Alessandro Basile