Mi manca così tanto Fabrizio De André che quasi non riesco più ad ascoltare i suoi dischi. Cerco proprio di evitare di sentirlo perché ogni volta che metto su un suo album mi viene da piangere. Piango perché lui non c’è, perché mi rendo conto di che vuoto abbia lasciato spegnendosi quasi diciassette anni fa. E poi Faber mi ha sempre fatto commuovere per la bellezza dei suoi dischi, per la meravigliosa cura con cui confezionava, produceva, canzoni strepitose.
Se Ti Tagliassero A Pezzetti è un qualcosa di eccezionale, racchiude tanta dolcezza, nostalgia. Racchiude amore. Fa parte di un album fondamentale nella discografia di De André, “Fabrizio De André” (o “L’Indiano”), un disco del 1981 che contiene otto perle autentiche. Ave Maria, Verdi Pascoli, Canto Del Servo Pastore: un pezzo più bell’altro.
Questa canzone poi è semplicemente magnifica. Mi fa pensare a un indimentabile viaggio fatto con alcuni amici dell’università in Basilicata nel 2011. Un viaggio bellissimo, che ricordo con particolare affetto, anche se poi nel campeggio di Metaponto, la località in cui soggiornammo, non c’era molto da fare, se non stare in acqua tutto il giorno e giocare a beach volley non appena il sole cominciava a calare.
La sera prendevamo la macchina per fare qualche giro e nello stereo c’era sempre un disco di De André a farci compagnia. Se si optava per “Le Nuvole”, scattava il canto concitato e delirante sulle note di Ottocento. Le canzoni de “L’Indiano” le conservavamo per i momenti di relax serali, quindi nel dopocena. E quando arrivava Se Ti Tagliassero A Pezzetti si restava ammutoliti per così tanta bellezza.
Alessandro
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