Ho un’ammirazione particolare per Gino de Crescenzo, in arte Pacifico. Un’ammirazione che parte da lontano, in pratica dal 2002, quando mia sorella mi fece sentire la bellissima canzone Fine Fine. Al tempo Pacifico era agli esordi come cantautore: dopo la militanza nei Rossolmaltese, nel 2001 era riuscito a pubblicare il disco “Pacifico”, album a mio avviso formidabile e infatti apprezzatissimo dalla critica.
Quel disco fu molto fortunato. Vennero rilasciati diversi singoli e il videoclip di Fine Fine, così come quello de Gli Occhi Al Cielo, fu passato con frequenza in tv. Bersani decise poi di reinterpretare la sua Le Mie Parole e d’inserirla nella raccolta “Che Vita!”. Insomma, pur facendo un tipo di musica poco commerciale, Pacifico riuscì a ritagliarsi un po’ di spazio nel mainstream. Il successivo “Musica Leggera” del 2004 non ebbe lo stesso successo, ma di certo si rivelò un altro album favoloso, fatto di canzoni eccellenti, con grandi testi.
Non passano neanche due anni ed ecco l’annuncio di un nuovo album, il terzo della sua carriera da solista. Leggo la notizia: si parla di un primo singolo intitolato Dal Giardino Tropicale e di un successivo album in uscita a gennaio 2006, “Dolci Frutti Tropicali”. Sale a dismisura la curiosità: il singolo è bellissimo, non delude. Viene svelata la copertina, firmata da Tanino Liberatore. E che copertina! Incantevole, suggestiva e assolutamente in linea con i temi e le sfumature dell’album.
“Dolci Frutti Tropicali” è un disco che ho ascoltato un’infinità di volte. Dentro c’è la consueta poesia di Pacifico. A fare da sfondo c’è invece il mare, ovvio. D’altronde le canzoni finite nell’album sono state scritte proprio in diverse località balneari, in case “prestate” da amici al cantautore per trovare ispirazione e produrre, scrivere. E infatti “Dolci Frutti Tropicali” è questo: un contenitore di brani che sanno di spiagge deserte, silenziose, gelate dall’inverno ma riscaldate da un tiepido sole che in qualche modo sa già di primavera. Case basse e bianche logorate dalla salsedine, barche scassate e abbandonate, «svogliate e capovolte al sole».
Massima stima per l’idea di fondo avuta in questo caso da Pacifico. Consigliato a tutti coloro che non hanno mai sentito parlare di lui e di “Dolci Frutti Tropicali”, il disco che contiene i germogli della bella stagione e che rende più dolce e leggero l’inverno.
Alessandro
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