Ne seguo tante di band italiane, ma devo dire che per il duo dei Bachi Da Pietra ho davvero un debole. Circa due anni e mezzo fa rimasi spiazzato dalla ruvidità di un album eccezionale come “Quintale”, un disco di rottura per Giovanni Succi e Bruno Dorella, mai come prima capaci di realizzare una raccolta di canzoni rock, tirate e nettamente heavy.
Dopo “Quintale” ho quindi iniziato a consultare la discografia di un progetto che fino ad allora conoscevo solo di nome e della cui grandezza ero pressoché ignaro. Per mesi e mesi mi sono perso in album impressionanti quali “Tornare Nella Terra”, “Non Io” e “Tarlo Terzo”. In quei lavori ho notato un’efficacia sorprendente e una qualità di scrittura elevatissima. E ascoltandoli con attenzione mi sono reso conto della differenza abissale rispetto ad un cd come “Quintale”, qualcosa di veramente diverso rispetto al passato per Succi e Dorella.
Non so se siano meglio i “primi” Bachi o quelli di “Quintale”. A dire il vero neanche mi ci soffermo troppo su questo particolare. Di certo mi piace ogni loro pezzo, lento, ipnotico, introspettivo o travolgente che sia. E mi piace assai anche il nuovo “Necroide”, uscito a fine settembre. La band era stata chiara: questo disco avrebbe avuto un sound robusto ed elettrico, proprio al pari di “Quintale”. Così è stato. Potenza e concretezza, ricerca e istinto: undici canzoni irresistibili che stendono al primo ascolto. Chapeau.
Alessandro
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