Perché “Pezzi”?

«Carino il blog, complimenti! Mi sembra fatto bene. Ma… toglimi una curiosità… perché l’hai chiamato Pezzi?». Questa è una frase che mi è capitato di sentire pronunciare più volte da diversi amici che nei giorni scorsi sono passati a farsi un giro qui (e per questo li ringrazio subito).
Dunque, perché Pezzi… è molto semplice e in realtà c’è più di un motivo. Pezzi perché cercavo un titolo breve per il blog, possibilmente composto da una sola parola.
Pezzi perché qui dentro non ci sono e non ci saranno altro che frammenti, spaccati e, appunto, pezzi della mia vita: del mio passato così come del mio presente. Punti di vista, impressioni, perplessità sull’attualità ma anche estemporanee nostalgie, ricordi, commenti su canzoni, dischi e sequenze di film a cui sono particolarmente legato e così via.
Ecco, questo sarà Pezzi, una sorta di “isola” virtuale in cui parlerò di me e di ciò che mi circonda, senza mai mancare di segnalare ciò che scrivo a livello giornalistico oppure dico e “passo” in ambito radiofonico.
L’idea di chiamare il blog Pezzi mi è venuta di recente, in pratica poche settimane prima di lanciare il sito. Erano giorni che ascoltavo a ripetizione l’album “Pezzi” di De Gregori, in particolare la canzone Vai In Africa, Celestino!, dove la parola “pezzi” si ripete continuamente dall’inizio alla fine. E quindi, alla fine, ho trovato tale parola decisamente calzante, un più riutilizzabile in maniera scherzosa per nominare le categorie del blog.
E allora, eccoci qui. Benvenuti ufficialmente su Pezzi. Il blog di Alessandro Basile.
A presto.

Alessandro

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